La Psicobiologia in Italia nasce ufficialmente come indirizzo e specializzazione della facoltà di Psicologia dell’Università di Torino all’interno del corso di Laurea Magistrale Interfacoltà (Psicologia, Medicina e Chirurgia, Scienze naturali) in “Psicobiologia del comportamento umano”.
Da innovativo indirizzo teorico accademico, volto ad allargare l’ambito della psicologia alle altre scienze umane (sociologia, antropologia e filosofia) e alle scienze naturali (biologia, medicina e fisica), si è sviluppato come indirizzo di riferimento per l’attività di consulenza nell’ambito della relazione di aiuto (Counseling ad indirizzo psicobiologico) all'interno della prima Scuola di Counseling ad indirizzo Psicobiologico.
Il Counselor psicobiologico è un consulente, e non uno psicoterapeuta, non formula diagnosi né somministra cure, né cerca di spiegare il comportamento umano solo attraverso le idee di una corrente o un indirizzo filosofico o psicologico.
Per il counseling psicobiologico la complessità dell’agire umano non può essere neppure colta se non attraverso la sintesi tra le idee e le ipotesi fondamentali elaborate da diverse discipline:
La psicobiologia è una disciplina di sintesi caratterizzata dalla consilienza, nel senso che ricerca i nessi, i punti di contatto tra diverse scienze per offrire una visione del comportamento umano più sfaccettata, profonda e completa di quanto possano fare i punti di vista parziali delle diverse discipline.
Essa si avvale del contributo della sociobiologia (Wilson, Barash, Fox), delle scienze psicologiche e sociali cognitive ed evoluzionistiche (Dawkins, Dennet, Guidano, Liotti), delle neuroscienze (Edelman, Damasio, Siegel) della neuroendocrinologia del comportamento e della biologia (Mayr, Maturana e Varela, Kotrschal) e della fisica (Capra, Zukav, Benkirane), cercando una sintesi coerente tra posizioni che, per altri aspetti, sono anche profondamente diverse.
Nella sua analisi e cura dello stile di vita individuale, essa tende a cogliere le analogie, le somiglianze, le sinergie, anziché limitarsi ad analizzare le differenze tra modelli e parametri teorici rispetto al caso singolo in esame.
Accanto allo studio dei processi psichici e del loro funzionamento nelle diverse situazioni di vita, la psicobiologia si avvale del contributo dell’etologia umana, che può essere definita come la biologia del comportamento umano. Scopo della ricerca etologica è di chiarire i meccanismi fisiologici che stanno alla base di un comportamento, di chiarirne le funzioni svolte, come pure le spinte selettive a cui il comportamento in questione deve la propria esistenza, e, infine, di ricercare lo sviluppo del comportamento nell’ontogenesi, nella filogenesi e nella storia della cultura.
In ogni caso, al centro dell’interesse vi è l’interrogativo sull’origine dei programmi che motivano, scatenano, guidano e coordinano un comportamento. (Si veda in proposito: Eibl-Eibesfeldt: “Etologia umana”, Torino, Bollati Boringhieri, 1989).
Per questo motivo la Psicobiologia applicata al Counseling si sta sviluppando come la scienza che studia la connessione tra corpo, mente e spirito, seguendo le linee di tendenza dell’evoluzione umana nella ricerca di una dimensione trascendente. Questa ricerca spirituale va condotta con approccio rigorosamente scientifico, e non va confusa con tutte le forme di fede, di superstizione e di pseudoscienze che si stanno diffondendo, alimentate da ignoranza e richiamo verso l’irrazionale.
La Psicobiologia del comportamento umano studia le modalità e le strategie più efficaci per rispondere alla domanda di miglioramento della qualità della vita dell’essere umano. Le fonti cui essa attinge per costruire una base teorica per le sue applicazioni pratiche (tramite il counseling, per esempio) sono le osservazioni e le ipotesi scientifiche che sono state elaborate attraverso l’osservazione del comportamento umano nella sua inesauribile ricerca del benessere.
Il “prendersi cura “ del corpo, della mente e dello spirito non si riduce, come nelle ingenue filosofie new age o quelle cui si ispirano le medicine alternative, a una semplice aspirazione a stili di vita più “naturali”, non di rado caratterizzati da tendenze misticheggianti e dall’adesione a credenze e superstizioni ammantate di un’aura di scientificità.
Al contrario, questa “cura” richiede il rispetto delle evidenze scientifiche, dei metodi e dei principi della scienza, gli unici che possono guidarci efficacemente verso stili di vita più corretti e “sani”.
La prospettiva è transazionale, nel senso che considera questi tre aspetti come dimensioni diverse dello stesso costrutto (la salute), le quali interagiscono e si arricchiscono reciprocamente senza dipendenze gerarchiche.
La Psicobiologia studia il comportamento umano attraverso la sintesi delle sue componenti: quella genetica e biologica su cui si inseriscono le modificazioni dovute all’adattamento psicologico individuale all’ambiente. La base di partenza, quindi, è sempre l’analisi dei bisogni e delle motivazioni del comportamento del singolo individuo, alla ricerca di un equilibrio tra esigenze istintive, condizionamenti ambientali, culturali e sociali, capacità e risorse psicologiche. In quest’ottica, l’attenzione della Psicobiologia è rivolta alla cura del corpo sotto il profilo dell’alimentazione e della forma ed efficienza fisica. Non si tratta, naturalmente, di applicare le infinite (e spesso contradditorie) nozioni e le regole della scienza dell’alimentazione o delle Scienze motorie, ma è assolutamente indispensabile conoscerne i principi.
Quindi, la Psicobiologia ricercherà, per quanto riguarda l’alimentazione, quali siano gli stili alimentari più efficaci, efficienti e corretti in relazione alle specifiche esigenze biopsicosociali di ogni individuo, ignorando regole e programmi dietetici o nutrizionali precostituiti e fondati su ipotesi più o meno scientifiche, ma proponendo una visione basata sulle evidenze più concrete.
Per esempio, esse inducono a ritenere che la nostra alimentazione occidentale sia esageratamente ricca sotto il profilo calorico e nutrizionale, eccessivamente elaborata e sofisticata artificialmente, e che, specialmente, abbia perso la sua funzione fondamentale di sostentamento energetico dell’organismo per trasformarsi in una forma patologica di supporto psicologico ed emozionale.
La psicobiologia è una disciplina di sintesi caratterizzata dalla consilienza, nel senso che ricerca i nessi, i punti di contatto tra diverse scienze per offrire una visione del comportamento umano più sfaccettata, profonda e completa di quanto possano fare i punti di vista parziali delle diverse discipline.
Essa si avvale del contributo della sociobiologia (Wilson, Barash, Fox), delle scienze psicologiche e sociali cognitive ed evoluzionistiche (Dawkins, Dennet, Guidano, Liotti), delle neuroscienze (Edelman, Damasio, Siegel) della neuroendocrinologia del comportamento e della biologia (Mayr, Maturana e Varela, Kotrschal) e della fisica (Capra, Zukav, Benkirane), cercando una sintesi coerente tra posizioni che, per altri aspetti, sono anche profondamente diverse.
Nella sua analisi e cura dello stile di vita individuale, essa tende a cogliere le analogie, le somiglianze, le sinergie, anziché limitarsi ad analizzare le differenze tra modelli e parametri teorici rispetto al caso singolo in esame.
Accanto allo studio dei processi psichici e del loro funzionamento nelle diverse situazioni di vita, la psicobiologia si avvale del contributo dell’etologia umana, che può essere definita come la biologia del comportamento umano. Scopo della ricerca etologica è di chiarire i meccanismi fisiologici che stanno alla base di un comportamento, di chiarirne le funzioni svolte, come pure le spinte selettive a cui il comportamento in questione deve la propria esistenza, e, infine, di ricercare lo sviluppo del comportamento nell’ontogenesi, nella filogenesi e nella storia della cultura.
In ogni caso, al centro dell’interesse vi è l’interrogativo sull’origine dei programmi che motivano, scatenano, guidano e coordinano un comportamento. (Si veda in proposito: Eibl-Eibesfeldt: “Etologia umana”, Torino, Bollati Boringhieri, 1989).
Per questo motivo la Psicobiologia applicata al Counseling si sta sviluppando come la scienza che studia la connessione tra corpo, mente e spirito, seguendo le linee di tendenza dell’evoluzione umana nella ricerca di una dimensione trascendente. Questa ricerca spirituale va condotta con approccio rigorosamente scientifico, e non va confusa con tutte le forme di fede, di superstizione e di pseudoscienze che si stanno diffondendo, alimentate da ignoranza e richiamo verso l’irrazionale.
La Psicobiologia del comportamento umano studia le modalità e le strategie più efficaci per rispondere alla domanda di miglioramento della qualità della vita dell’essere umano. Le fonti cui essa attinge per costruire una base teorica per le sue applicazioni pratiche (tramite il counseling, per esempio) sono le osservazioni e le ipotesi scientifiche che sono state elaborate attraverso l’osservazione del comportamento umano nella sua inesauribile ricerca del benessere.
Il “prendersi cura “ del corpo, della mente e dello spirito non si riduce, come nelle ingenue filosofie new age o quelle cui si ispirano le medicine alternative, a una semplice aspirazione a stili di vita più “naturali”, non di rado caratterizzati da tendenze misticheggianti e dall’adesione a credenze e superstizioni ammantate di un’aura di scientificità.
Al contrario, questa “cura” richiede il rispetto delle evidenze scientifiche, dei metodi e dei principi della scienza, gli unici che possono guidarci efficacemente verso stili di vita più corretti e “sani”.
La prospettiva è transazionale, nel senso che considera questi tre aspetti come dimensioni diverse dello stesso costrutto (la salute), le quali interagiscono e si arricchiscono reciprocamente senza dipendenze gerarchiche.
La Psicobiologia studia il comportamento umano attraverso la sintesi delle sue componenti: quella genetica e biologica su cui si inseriscono le modificazioni dovute all’adattamento psicologico individuale all’ambiente. La base di partenza, quindi, è sempre l’analisi dei bisogni e delle motivazioni del comportamento del singolo individuo, alla ricerca di un equilibrio tra esigenze istintive, condizionamenti ambientali, culturali e sociali, capacità e risorse psicologiche. In quest’ottica, l’attenzione della Psicobiologia è rivolta alla cura del corpo sotto il profilo dell’alimentazione e della forma ed efficienza fisica. Non si tratta, naturalmente, di applicare le infinite (e spesso contradditorie) nozioni e le regole della scienza dell’alimentazione o delle Scienze motorie, ma è assolutamente indispensabile conoscerne i principi.
Quindi, la Psicobiologia ricercherà, per quanto riguarda l’alimentazione, quali siano gli stili alimentari più efficaci, efficienti e corretti in relazione alle specifiche esigenze biopsicosociali di ogni individuo, ignorando regole e programmi dietetici o nutrizionali precostituiti e fondati su ipotesi più o meno scientifiche, ma proponendo una visione basata sulle evidenze più concrete.
Per esempio, esse inducono a ritenere che la nostra alimentazione occidentale sia esageratamente ricca sotto il profilo calorico e nutrizionale, eccessivamente elaborata e sofisticata artificialmente, e che, specialmente, abbia perso la sua funzione fondamentale di sostentamento energetico dell’organismo per trasformarsi in una forma patologica di supporto psicologico ed emozionale.
La contemplazione attiva e dinamica della natura, non quella passiva della meditazione tradizionale o della preghiera (per esempio attraverso la corsa di resistenza, meravigliosa forma di meditazione dinamica), la vita di relazione improntata alla condivisione di valori e di significati, la comunicazione a tutti i livelli e in tutte le forme con persone e cose che ci circondano, la coltivazione del piacere della scoperta, del senso del meraviglioso, la serena accettazione della realtà dell’esistenza, costituiscono gli elementi su cui inserire un vero programma spirituale di crescita.
Secondo la psicobiologia, esso non può fondarsi sull’abbandono di ogni ricerca, ritirandosi nella sterile ripetizione di rituali e nella perpetuazione di semplici dogmi privi di significato personale. Non è la religione, in altre parole, che rappresenta l’aspetto spirituale della vita dell’uomo, ma la ricerca incessante, consapevole, che richiede responsabilità e impegno in prima persona, del modo di dare alla vita un significato sempre più profondo, diffondendo e condividendo conoscenza, e non credenze, allo scopo di migliorare la qualità della vita di tutti.
La formazione teorica del consulente psicobiologico si fonda oggi sull’opera, lo studio e le ricerche svolte da filosofi, scienziati, psicologi, sociologi e intellettuali che in questo inizio di Terzo Millennio hanno saputo diffondere l’idea di una filosofia pratica del benessere, orientata a una visione positiva della vita. Tra essi, accanto ai riferimenti alle più importanti scoperte e teorie scientifiche in materia di neuroscienze, di psicologia e di scienze cognitive, è illustrato approfonditamente il pensiero e la riflessione filosofica di:
La formazione teorica del consulente psicobiologico si fonda oggi sull’opera, lo studio e le ricerche svolte da filosofi, scienziati, psicologi, sociologi e intellettuali che in questo inizio di Terzo Millennio hanno saputo diffondere l’idea di una filosofia pratica del benessere, orientata a una visione positiva della vita. Tra essi, accanto ai riferimenti alle più importanti scoperte e teorie scientifiche in materia di neuroscienze, di psicologia e di scienze cognitive, è illustrato approfonditamente il pensiero e la riflessione filosofica di:
Si è occupato di vari temi di ricerca, quali la mirmecologia (la branca dell'entomologia che studia le formiche), la biodiversità e la sua distribuzione, attraverso la formulazione della teoria della biogeografia insulare. Wilson è il fondatore della sociobiologia, intesa come lo studio sistematico dell'evoluzione biologica del comportamento sociale ed ha diffuso il fondamentale concetto di consilienza, inteso come l’abilità di rilevare le connessioni tra i fenomeni, in un’ottica olistica.
Intuì che il comportamento, sia degli animali che degli uomini, era il prodotto dell'interazione tra l'ereditarietà genetica e gli stimoli ambientali.
Uno degli obiettivi primari dello studioso è stato quello di fondare un campo di indagine a metà strada tra le scienze della natura e le discipline sociali.
Definì la natura umana come un insieme di regole epigenetiche, un modello genetico dello sviluppo mentale e sostiene che la credenza in Dio, o i rituali delle religioni, siano il prodotto dell'evoluzione. Per questo motivo la scienza, secondo Wilson, deve collaborare con la religione, e stabilire un accordo con essa.
Si è occupato di vari temi di ricerca, quali la mirmecologia (la branca dell'entomologia che studia le formiche), la biodiversità e la sua distribuzione, attraverso la teoria della biogeografia insulare. Wilson è il fondatore della sociobiologia, intesa come lo studio sistematico dell'evoluzione biologica del comportamento sociale ed ha diffuso il fondamentale concetto di consilienza, inteso come l’abilità di rilevare le connessioni tra i fenomeni, in un’ottica che si può considerare olistica.
Intuì che il comportamento, sia degli animali che degli uomini, era il prodotto dell'interazione tra l'ereditarietà genetica e gli stimoli ambientali.
Uno degli obiettivi primari dello studioso è stato quello di fondare un campo di indagine a metà strada tra le scienze della natura e le discipline sociali.
Definì la natura umana come un insieme di regole epigenetiche, un modello genetico dello sviluppo mentale e sostiene che la credenza in Dio, o i rituali delle religioni, siano il prodotto dell'evoluzione. Per questo motivo la scienza, secondo Wilson, deve collaborare con la religione, e stabilire un accordo con essa.
Filosofo, logico e psicologo statunitense le cui ricerche si incentrano sulla filosofia della mente, la filosofia della scienza e la filosofia della biologia, in particolare nei campi relativi alla biologia evolutiva e alle scienze cognitive.
Secondo Dennett la qualità dell'essere coscienti deriva unicamente da un certo tipo di organizzazione funzionale, e non dal fatto che si abbia a che fare con un cervello organico piuttosto che con un cervello costituito da un calcolatore elettronico. Egli non trova una differenza sostanziale tra le due realizzazioni, essendo le loro attitudini legate all'insieme dei processi fisici che si svolgono in esse e non al materiale con cui sono costruiti. Non c'è altro da considerare, poiché le esperienze coscienti si identificano totalmente con gli eventi portatori di informazione al loro interno.
Filosofo, logico e psicologo statunitense le cui ricerche si incentrano sulla filosofia della mente, la filosofia della scienza e la filosofia della biologia, in particolare nei campi relativi alla biologia evolutiva e alle scienze cognitive.
Secondo Dennett la qualità dell'essere coscienti deriva unicamente da un certo tipo di organizzazione funzionale, e non dal fatto che si abbia a che fare con un cervello organico piuttosto che con un cervello costituito da un calcolatore elettronico. Egli non trova una differenza sostanziale tra le due realizzazioni, essendo le loro attitudini legate all'insieme dei processi fisici che si svolgono in esse e non al materiale con cui sono costruiti. Non c'è altro da considerare, poiché le esperienze coscienti si identificano totalmente con gli eventi portatori di informazione al loro interno.
Etologo, biologo, divulgatore scientifico, saggista e attivista britannico, considerato uno dei maggiori esponenti dell'epoca contemporanea della corrente del neodarwinismo nonché del "nuovo ateismo”.
L'idea che il gene agisca in ogni modo possibile al fine della propria sopravvivenza, conducendo gli esseri viventi e quindi l'uomo a divenire un "veicolo", o meglio «macchine da sopravvivenza, robot semoventi programmati ciecamente per conservare quelle molecole egoiste note col nome di geni», porta Dawkins alla conclusione di carattere etico-esistenziale secondo cui «sia l'egoismo che l'altruismo si spiegano attraverso la legge fondamentale (...) del gene egoista». Nonostante quest'affermazione, egli evidenzia come il suo intento non sia quello di far propaganda a una moralità basata unicamente sulla legge del gene, ma offrire oltre ad una chiave di lettura dell'evoluzionismo, una del mondo e dell'uomo, conscio che la «filosofia e le materie così dette "umanistiche" vengono ancora insegnate come se Darwin non fosse mai esistito...»
Etologo, biologo, divulgatore scientifico, saggista e attivista britannico, considerato uno dei maggiori esponenti dell'epoca contemporanea della corrente del neodarwinismo nonché del "nuovo ateismo”.
L'idea che il gene agisca in ogni modo possibile al fine della propria sopravvivenza, conducendo gli esseri viventi e quindi l'uomo a divenire un "veicolo", o meglio «macchine da sopravvivenza, robot semoventi programmati ciecamente per conservare quelle molecole egoiste note col nome di geni», porta Dawkins alla conclusione di carattere etico-esistenziale secondo cui «sia l'egoismo che l'altruismo si spiegano attraverso la legge fondamentale (...) del gene egoista». Nonostante quest'affermazione, egli evidenzia come il suo intento non sia quello di far propaganda a una moralità basata unicamente sulla legge del gene, ma offrire oltre ad una chiave di lettura dell'evoluzionismo, una del mondo e dell'uomo, conscio che la «filosofia e le materie così dette "umanistiche" vengono ancora insegnate come se Darwin non fosse mai esistito...»
Psicologo, medico e psicoanalista britannico ha elaborato la teoria dell'attaccamento, interessandosi in particolare agli aspetti che caratterizzano il legame madre-bambino e quelli legati alla realizzazione dei legami affettivi all'interno della famiglia.
Uno degli aspetti più importanti della teoria è il riconoscimento della "componente biologica del legame di attaccamento". Il comportamento di attaccamento ha infatti come funzione quella di garantire la vicinanza e la "protezione" della figura di attaccamento. Tali legami svolgono quindi una funzione fondamentale per la sopravvivenza dell'individuo.
La qualità dell'esperienza definisce la sicurezza d'attaccamento in base alla sensibilità e disponibilità del caregiver (madre) e quindi la formazione di modelli operativi interni (MOI), che andranno a definire i comportamenti relazionali futuri. Con la crescita, l'attaccamento iniziale che si viene a formare tramite la relazione materna primaria o con un "caregiver di riferimento", si modifica e si estende ad altre figure, sia interne che esterne alla famiglia, fino a ridursi notevolmente: nell'adolescenza e nella fase adulta il soggetto avrà infatti maturato la capacità di separarsi dal caregiver primario, e di legarsi a nuove figure di attaccamento.
Psicologo, medico e psicoanalista britannico ha elaborato la teoria dell'attaccamento, interessandosi in particolare agli aspetti che caratterizzano il legame madre-bambino e quelli legati alla realizzazione dei legami affettivi all'interno della famiglia.
Uno degli aspetti più importanti della teoria è il riconoscimento della "componente biologica del legame di attaccamento". Il comportamento di attaccamento ha infatti come funzione quella di garantire la vicinanza e la "protezione" della figura di attaccamento. Tali legami svolgono quindi una funzione fondamentale per la sopravvivenza dell'individuo.
La qualità dell'esperienza definisce la sicurezza d'attaccamento in base alla sensibilità e disponibilità del caregiver (madre) e quindi la formazione di modelli operativi interni (MOI), che andranno a definire i comportamenti relazionali futuri. Con la crescita, l'attaccamento iniziale che si viene a formare tramite la relazione materna primaria o con un "caregiver di riferimento", si modifica e si estende ad altre figure, sia interne che esterne alla famiglia, fino a ridursi notevolmente: nell'adolescenza e nella fase adulta il soggetto avrà infatti maturato la capacità di separarsi dal caregiver primario, e di legarsi a nuove figure di attaccamento.
È stato uno psicologo statunitense altamente influente nell'ambito del Comportamentismo.
Fondò la tradizione di ricerca psicologica dell'"analisi sperimentale del comportamento", in cui definì e articolò metodologicamente la frequenza di presentazione dei comportamenti manifesti come variabile dipendente nella ricerca psicologica, sviluppando così i contributi teorici e sperimentali precedenti del Comportamentismo classico di John Watson con particolare attenzione al "Condizionamento Operante".
Nel corso degli anni sviluppò il proprio punto di vista in relazione alla filosofia della scienza, noto come comportamentismo radicale, centrato sul ruolo fondamentale dell’ambiente sul comportamento umano. E’ a questo straordinario personaggio che si deve la base teorica non solo del comportamentismo, ma di una visione della vita nella quale è possibile fare in modo di promuovere il benessere rinunciando consapevolmente a certe libertà e adottando accorgimenti che dall’esterno influiscano sul comportamento.
In un sondaggio del 2002 Skinner è stato giudicato il più influente psicologo del ventesimo secolo.
Skinner è stato uno psicologo statunitense altamente influente nell'ambito del Comportamentismo.
Fondò la tradizione di ricerca psicologica dell'"analisi sperimentale del comportamento", in cui definì e articolò metodologicamente la frequenza di presentazione dei comportamenti manifesti come variabile dipendente nella ricerca psicologica, sviluppando così i contributi teorici e sperimentali precedenti del Comportamentismo classico di John Watson con particolare attenzione al "Condizionamento Operante".
Nel corso degli anni sviluppò il proprio punto di vista in relazione alla filosofia della scienza, noto come comportamentismo radicale, centrato sul ruolo fondamentale dell’ambiente sul comportamento umano. E’ a questo straordinario personaggio che si deve la base teorica non solo del comportamentismo, ma di una visione della vita nella quale è possibile fare in modo di promuovere il benessere rinunciando consapevolmente a certe libertà e adottando accorgimenti che dall’esterno influiscano sul comportamento.
In un sondaggio del 2002 Skinner è stato giudicato il più influente psicologo del ventesimo secolo.
Filosofo ed epistemologo austriaco naturalizzato britannico. Popper è il padre della filosofia della scienza moderna, ma è anche considerato un filosofo politico di statura considerevole, liberale, difensore della democrazia e dell'ideale di libertà e avversario di ogni forma di totalitarismo. Egli è noto per il rifiuto e la critica dell'induzione, la proposta della falsificabilità come criterio di demarcazione tra scienza e non scienza e la difesa della "società aperta”. Egli afferma che le teorie scientifiche sono proposizioni universali, espresse al modo indicativo della certezza, la cui verosimiglianza può essere controllata solo indirettamente a partire dalle loro conseguenze. La conoscenza umana quindi, è di natura congetturale e ipotetica, e trae origine dall'attitudine dell'uomo a risolvere i problemi in cui si imbatte, quando cioè appare una contraddizione tra quanto previsto da una teoria e i fatti osservati.
In tal senso la contraddizione svolge un ruolo fondamentale per il progresso scientifico, che non è stimolato dalla semplice osservazione empirica: gli uomini infatti, e così pure gli animali, non pensano in termini induttivi, come ritenevano erroneamente Bacone e John Stuart Mill, ma partono da modelli mentali speculativi che fanno da guida alle loro esperienze, attraverso un processo continuo di tentativi ed errori.
Filosofo ed epistemologo austriaco naturalizzato britannico. Popper è il padre della filosofia della scienza moderna, ma è anche considerato un filosofo politico di statura considerevole, liberale, difensore della democrazia e dell'ideale di libertà e avversario di ogni forma di totalitarismo. Egli è noto per il rifiuto e la critica dell'induzione, la proposta della falsificabilità come criterio di demarcazione tra scienza e non scienza e la difesa della "società aperta”. Egli afferma che le teorie scientifiche sono proposizioni universali, espresse al modo indicativo della certezza, la cui verosimiglianza può essere controllata solo indirettamente a partire dalle loro conseguenze. La conoscenza umana quindi, è di natura congetturale e ipotetica, e trae origine dall'attitudine dell'uomo a risolvere i problemi in cui si imbatte, quando cioè appare una contraddizione tra quanto previsto da una teoria e i fatti osservati.
In tal senso la contraddizione svolge un ruolo fondamentale per il progresso scientifico, che non è stimolato dalla semplice osservazione empirica: gli uomini infatti, e così pure gli animali, non pensano in termini induttivi, come ritenevano erroneamente Bacone e John Stuart Mill, ma partono da modelli mentali speculativi che fanno da guida alle loro esperienze, attraverso un processo continuo di tentativi ed errori.
Fisico e saggista austriaco. Fisico e teorico dei sistemi, è saggista di fama internazionale. Già nel libro Il Tao della fisica (Adelphi) l'autore critica il modello di scientificità (di derivazione cartesiana) prevalente nel mondo moderno occidentale, in quanto contrassegnato da un'impostazione meccanicistica, quantitativa e riduzionistica, che non corrisponde alla complessità del reale. Il suo successo sarebbe dovuto non alla portata teoretica, bensì ai risvolti pratici, in quanto tale paradigma scientifico avrebbe facilitato e potenziato il predominio dell'uomo sulla natura, così come auspicato da Cartesio, da F. Bacone e da altri “padri” della modernità.
Secondo Capra, vi è un intimo legame tra la gravissima crisi ambientale del nostro tempo e il tipo di cultura anti-ecologica affermatasi in Occidente negli ultimi secoli. Egli teorizza l'avvento di un nuovo paradigma, ricavabile dagli sviluppi della “nuova fisica” (e di altri settori della scienza contemporanea), ma anche dal misticismo orientale (Taoismo in primo luogo) e da varie altre saggezze premoderne orientate ecologicamente. Si tratta di elaborare un nuovo pensiero, caratterizzato in senso olistico, o meglio sistemico: esso viene così denominato perché privilegia il sistema, cioè la rete complessa costituita dalle molteplici interrelazioni, e non le singole unità costitutive (come voleva l'approccio analitico di stampo cartesiano). Seguendo tale orientamento che privilegia la “rete della Vita” (immagine di grande efficacia più volte impiegata da Capra) e le interconnessioni cosmiche, l'Essere umano stesso è visto come parte della Natura (e non in contrapposizione ad essa).
Fisico e saggista austriaco. Fisico e teorico dei sistemi, è saggista di fama internazionale. Già nel libro Il Tao della fisica (Adelphi) l'autore critica il modello di scientificità (di derivazione cartesiana) prevalente nel mondo moderno occidentale, in quanto contrassegnato da un'impostazione meccanicistica, quantitativa e riduzionistica, che non corrisponde alla complessità del reale. Il suo successo sarebbe dovuto non alla portata teoretica, bensì ai risvolti pratici, in quanto tale paradigma scientifico avrebbe facilitato e potenziato il predominio dell'uomo sulla natura, così come auspicato da Cartesio, da F. Bacone e da altri “padri” della modernità.
Secondo Capra, vi è un intimo legame tra la gravissima crisi ambientale del nostro tempo e il tipo di cultura anti-ecologica affermatasi in Occidente negli ultimi secoli. Egli teorizza l'avvento di un nuovo paradigma, ricavabile dagli sviluppi della “nuova fisica” (e di altri settori della scienza contemporanea), ma anche dal misticismo orientale (Taoismo in primo luogo) e da varie altre saggezze premoderne orientate ecologicamente. Si tratta di elaborare un nuovo pensiero, caratterizzato in senso olistico, o meglio sistemico: esso viene così denominato perché privilegia il sistema, cioè la rete complessa costituita dalle molteplici interrelazioni, e non le singole unità costitutive (come voleva l'approccio analitico di stampo cartesiano). Seguendo tale orientamento che privilegia la “rete della Vita” (immagine di grande efficacia più volte impiegata da Capra) e le interconnessioni cosmiche, l'Essere umano stesso è visto come parte della Natura (e non in contrapposizione ad essa).
Economista, sociologo, attivista e saggista statunitense.In oltre venti best-seller pubblicati negli ultimi 40 anni ha dipinto grandi scenari futuristici, arrivando a volte a cogliere temi e argomenti che sarebbero divenuti rilevanti con anni di anticipo. Ha partecipato a un numero incalcolabile di conferenze in giro per il mondo. È ascoltato dalle persone più potenti della Terra, siano essi manager della Silicon Valley, ministri europei o leader cinesi, ma è anche odiato dalla destra conservatrice, che lo accusa di usare l’ambientalismo come scusa per introdurre nuove tasse e aumentare i poteri dello Stato. Ed è detestato da una parte significativa della comunità scientifica, che non gli perdona le sue dure critiche contro le biotecnologie e la genetica, portate avanti spesso con toni e tattiche spregiudicate.
Economista, sociologo, attivista e saggista statunitense.In oltre venti best-seller pubblicati negli ultimi 40 anni ha dipinto grandi scenari futuristici, arrivando a volte a cogliere temi e argomenti che sarebbero divenuti rilevanti con anni di anticipo. Ha partecipato a un numero incalcolabile di conferenze in giro per il mondo. È ascoltato dalle persone più potenti della Terra, siano essi manager della Silicon Valley, ministri europei o leader cinesi, ma è anche odiato dalla destra conservatrice, che lo accusa di usare l’ambientalismo come scusa per introdurre nuove tasse e aumentare i poteri dello Stato. Ed è detestato da una parte significativa della comunità scientifica, che non gli perdona le sue dure critiche contro le biotecnologie e la genetica, portate avanti spesso con toni e tattiche spregiudicate.
Biologo, fisiologo, ornitologo, antropologo, geografo statunitense.
È noto a livello mondiale per il saggio Armi, acciaio e malattie (1997), vincitore del Premio Pulitzer per la saggistica. In tale opera esplora i fattori geografici, culturali, ambientali e tecnologici che portarono alla dominazione della cultura occidentale sul mondo e ipotizza un nuovo tipo di storia basato sulla scienza che può formulare previsioni piuttosto che semplicemente descrivere “un maledetto fatto dopo l’altro”.
Diamond è un fermo oppositore delle argomentazioni scientifiche a sostegno di tesi che giustifichino eventuali divari di ricchezza o di sviluppo sociale tra popolazioni umane in base a presunte differenze intellettive o di attitudine delle stesse.
Biologo, fisiologo, ornitologo, antropologo, geografo statunitense.
È noto a livello mondiale per il saggio Armi, acciaio e malattie (1997), vincitore del Premio Pulitzer per la saggistica. In tale opera esplora i fattori geografici, culturali, ambientali e tecnologici che portarono alla dominazione della cultura occidentale sul mondo e ipotizza un nuovo tipo di storia basato sulla scienza che può formulare previsioni piuttosto che semplicemente descrivere “un maledetto fatto dopo l’altro”.
Diamond è un fermo oppositore delle argomentazioni scientifiche a sostegno di tesi che giustifichino eventuali divari di ricchezza o di sviluppo sociale tra popolazioni umane in base a presunte differenze intellettive o di attitudine delle stesse.